San Bellino

San Bellino

Situato nel cuore della campagna polesana, San Bellino è un borgo che affonda le sue radici in una storia millenaria.

Il legame con il culto del vescovo martire San Bellino Bertaldi, ucciso nel XII secolo, denomina l’identità del paese, che celebra la memoria attraverso la Basilica di San Bellino Martire. La basilica è stata costruita nel 1649 sopra le fondamenta dell’antica chiesa di San Martino di Variano. La chiesa precedente custodiva i resti mortali di San Bellino, ritrovati tra le macerie della chiesa di San Giacomo di Lugarano, distrutta da una delle frequenti inondazioni che colpivano violentemente il polesine. 

Un altro importante punto di riferimento religioso è la Chiesa di Santa Margherita di Presciane. Le sue origini risalgono al 1078, e attraversano secoli di contese tra autorità religiose e civili. Sopravvissuta a inondazioni e trasformazioni, la chiesa presenta un impianto semplice ma impreziosito da elementi barocchi nell’abside e da un organo settecentesco di Gaetano Callido. Il campanile, edificato probabilmente intorno al 1520, ospita tre campane, due delle quali furono sostituite nel 1948 poiché sottratte durante la guerra per la creazione di materiale bellico.

Accanto al patrimonio religioso, San Bellino custodisce anche una raffinata testimonianza dell’architettura nobiliare veneziana: Villa Moro, fatta costruire dalla famiglia dei Moro all’inizio del XVII secolo e ristrutturata alla fine del Settecento. Circondata da una cinta muraria, la villa si sviluppa su tre piani e presenta una doppia scalinata che conduce al piano nobile. Sul retro si apre un ampio rustico di gusto neoclassico. 

La villa si snoda lungo un percorso di edifici e case padronali chiamato Via delle Ville, che coinvolge, oltre a Villa Moro, anche Villa Guarini, Villa Bolognese, Villa Zambonin, Villa Nani Mocenigo ora Bertetti, Casa Barbarigo detta “Le Rosine”, Casa Dosi-Delfini, Palazzo Ottoboni-Valente ora Tomanin, sede dell’omonima Vetreria d’arte. 

La Vetreria Tomanin,situata alle spalle del Municipio, può essere definita una piccola grande impresa. Piccola perché interamente a gestione familiare, grande perché in grado di confrontarsi con la storia dell’arte e maneggiare un materiale antico e ancora misterioso come il vetro, con tecniche e metodologie millenarie. All’interno della vetreria vengono realizzati prodotti di ogni genere e dimensione: vetrate a soggetto sacro e profano, lampade “Tiffany”, in stile Liberty e moderne, elementi d’arredo di rara bellezza e pregio, quadri retroilluminati, realizzati con la tecnica della sabbiatura. Preziosi “velari”, riproduzioni di opere d’arte sacra fino ad arrivare alle incredibili riproduzioni delle tre vetrate della facciata occidentale della Cattedrale di Chartres.  Un’eccellenza che nel tempo ha saputo farsi conoscere e apprezzare anche al di fuori del territorio nazionale.

Altro luogo simbolico del borgo è il Molino SBAM (acronimo di San Bellino Arti e Mestieri), un rinnovato fabbricato di archeologia industriale di proprietà comunale, restaurato con fondi pubblici del Gal Adige e inaugurato il 27 ottobre 2019. I primi documenti riguardanti la storia del molino risalgono al 1931. Questo luogo suggestivo è ora in gestione alla Vetreria d’Arte Sandro Tomanin e Fratelli che ha adibito lo spazio interno a mostra espositiva.

Foto di Giacomo Tognetti

IMMAGINI DAL BORGO

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