Melara, borgo di confine situato a ovest del Polesine, unisce memoria antichissima, architettura e archeologia, immerso nel paesaggio del grande fiume Po.
Elemento centrale del paese è la Chiesa di San Materno Vescovo, edificata nel 1404 e ricostruita nel 1705 su progetto dell’architetto Vincenzo Fantini. L’impianto attuale, sopravvissuto a terremoti e incendi, conserva ancora l’assetto planimetrico settecentesco. La torre campanaria è formata da una base eretta nel 1404 ed originariamente formava il torrione del castello del centro del paese. Sino alla seconda metà dell‘800 era dotata di una cupola ma venne abbattuta nel 1871 e mai più ripristinata. Ai suoi piedi sono accatastate le grandi palle di marmo adoperate come proiettili a difesa della rocca nei secoli XIV e XVI.
Accanto alla Chiesa e alla torre campanaria merita un’attenzione particolare un eccezionale manufatto, unico nell’intero territorio: l’Arco Chigi. Venne costruito in occasione dell’istituzione del “Mercato franco” nel territorio di Melara. Il manufatto richiama alla mente lo stato pontificio che anche a Melara estese il suo dominio fin dal 1598. Nel 1675 il cardinale Sigismondo Chigi, concesse e decretò il mercato libero ed immune nel giorno di martedì. Il mercato decadde nel 1796 quando Napoleone si impossessò della legazione di Ferrara. Ma il congresso di Vienna del 1815 restituiva poi alla Santa Sede tutto il ferrarese ad esclusione però della parte sulla sponda sinistra del Po; così Melara si trovò incorporata nella improvvisata provincia di Rovigo. In una targhetta si legge in latino: ”Una compagnia di bersaglieri stanziando all’ombra dell’ormai storico Arco allontana l’Austria da queste nostre contrade nel 1866”, incisione che dichiara Melara definitivamente parte dell’Italia.
Poco distante, si trova la più raccolta Chiesa della Santa Croce, citata per la prima volta nel 1574 come oratorio di San Pietro Martire. Ricostruita nel 1719 dopo un incendio, presenta una facciata a capanna con elementi semplici e armoniosi.
Melara ospita anche due oratori, quello della Beata Vergine di Loreto, fondato nella prima metà dell’Ottocento, e quello di Santo Stefano, situato nell’omonima frazione. Di quest’ultimo si narra che la fondazione di questo nucleo abitato risalga al 452, quando numerosi ostigliesi si rifugiarono nei boschi vicini al Tartaro per fuggire al passaggio di Attila, re degli Unni.
Il cuore istituzionale di Melara è rappresentato dal Palazzo Municipale, che ospita al suo interno il Museo Civico di Melara. Qui sono esposti reperti archeologici provenienti dal sito terramaricolo di Mariconda, attivo tra la fine dell’età del Bronzo e la prima età del Ferro. I materiali rinvenuti — ceramiche, strumenti da lavoro, conchiglie ornamentali — testimoniano la vita quotidiana del villaggio, coevo al celebre centro di Frattesina. Completano l’allestimento manufatti di epoca romana, provenienti in gran parte da contesti funerari, tra cui spiccano un pozzo ricostruito in mattoni e una pregevole collezione di oggetti in vetro.
Il Museo Bragazzi ospita la storia dei “mestieri e del passato”. Contiene un’esposizione di circa tremila attrezzi della prima metà del Novecento e documenta oltre cinquanta attività lavorative caratteristiche del paese.
Nel borgo si ritrovano anche due esempi di villa ferrarese in Villa Borghi – De Wellne – Leati e Villa Patrizia – Pastorelli.
Foto di Giacomo Tognetti